4 “Four”midabili inglesi al debutto italiano – Io c’ero: Bloc Party live @ Alcatraz (MI)
Io c’ero: Bloc Party @ Alcatraz (MI)
A cura di Milena Gaglioti
Chi non ne conosce tutta la discografia, pensa che i Bloc Party facciano musica elettronica. In realtà durante la loro carriera hanno soltanto sperimentato e dato spazio a questo genere, in particolare nel terzo album Intimacy, e alla dance music; a quest’ultima s’ispira soprattutto il cantante Kele Okereke nelle sue escursioni soliste. Ma i Bloc Party sono una rock band, come dimostra anche il loro ultimo tanto atteso quarto lavoro Four, un ritorno al rock e al punk con l’aggiunta di nu metal in cui le sonorità alternative sono state messe un po’ da parte, che però non convince granché.
Ogni album dei Bloc Party ha un suono diverso e questo aspetto può risultare intrigante per i loro live, perché l’energia e l’atmosfera del concerto può cambiare completamente a seconda dell’album da cui attingono.
E così é stato anche per la data milanese, unica in Italia tra le tante tappe (molte sold out) del tour che dalla scorsa estate sta portando la band londinese in giro per il mondo. Il concerto é stato un excursus più o meno coerente ed equilibrato della loro carriera. Molti i brani dell’ultimo lavoro, che fatta eccezione per So He Begins To Lie e We Are Not Good People non hanno travolto il pubblico come invece hanno fatto i successi del loro primo e migliore album Silent Alarm (2005) che tutti aspettavano: Positive Tension, Banquet, This Modern Love, Helicopter e Hunting For Witches e Song For Clay (Disappear Here); queste due tratte da A Weekend In The City (2007), hanno elettrizzato la platea. Coinvolgenti anche i live di Trojan Horse e Ares, da Intimacy (2008). Tutti i brani, dai testi mai scontati, sono stati ricreati più o meno fedelmente, mantenendo inalterate le sonorità degli album.
Un’ora e mezza scarsa di concerto (considerando due brevi pause) che ha lasciato i non così pochi fans italiani dei Bloc Party che ben hanno riempito l’Alcatraz, con un pizzico di delusione, nonostante le facce sorridenti a fine concerto, perché un’altra mezz’ora li avrebbe potuti ripagare della lunga attesa di un loro live italiano, durata ben cinque anni, in cui avrebbero potuto regalare altri bei brani (Like eating glass e The Pioneers ad esempio).
Comunque al di là del tempo dedicato e della scaletta scelta é stato un bel concerto. Energico, grazie al frequente ritmo in levare della batteria di Matt Tong, coinvolgente, grazie al carisma del sempre sorridente e interattivo Kele, e pulito, grazie all’ottima acustica.
Bloc Party – Helicopter (Live @ Alcatraz – MI)