
Elaborazione progressiva Band a confronto Traffic Family Jethro Tull
Quello che noi chiamiamo progressive rock è in realtà il c.d. Canterbury Sound. Per gli inglesi il progressive rock è invece un genere che nacque dallo smantellamento del beat, dalla nascita della psichedelia e dal revival del blues, del folk, del jazz e della musica classica.
Il progressive attinse da tutte queste fonti e si propose come musica elaborata, sperimentale, improvvisata, connotandosi per la struttura eccentrica e “difficile” dei pezzi e per la centralità dell’arrangiamento con cui si intendeva superare la “facile” musica commerciale. I gruppi furono tantissimi ma i principali furono tre.
I primi furono i Traffic formati nel 1967 da Steve Winwood (voce, chitarra, tastiere; ex-Spencer Davis Group, autore della celebre Gimme Some Lovin’) con Dave Mason (chitarra), Chris Wood (fiati), Jim Capaldi (batteria, voce). Il I° LP Mr. Fantasy (1967) risentiva della moda psichedelica (Utterly Simple, Hole In My Shoe) del periodo ma la band dimostrò di saper fondere stili disparati sia tecnicamente che melodicamente: nel folk-honky tonk di Heaven Is In Your Mind, nel raga deviato di Paper Sun, nella classicheggiante No Face No Name No Number e nell’epocale jazz-blues aperto di Dear Mr Fantasy. Questa formula venne ripresa nel II° omonimo LP (1968; Feelin’ Alright, Pearly Queen, 40.000 Headmen) e in Last Exit (1969; Medicated Goo). Il gruppo si sciolse e Winwood formò i Blind Faith. Riemersero nel 1970 senza Mason per il leggendario John Barleycorn Must Die che accentuava la loro propensione jazz (Glad, Empty Pages) o jazz-fusion (Freedom Rider) pur non rinnegando il folk (John Barleycorn). Dopo il live Welcome To The Canteen (1971), i Traffic divennero un gruppo di virtuosi sempre più magniloquenti; si sciolsero nel 1974.
I più originali furono i Family, nati nel 1967 dall’unione di 5 superbi musicisti, il grande shouter Roger Chapman, Charlie Whitney (chitarra), Rob Townsend (batteria), Rick Grech (basso, violino) e Jim King (fiati). Il risultato fu l’amalgama creativo di stili e arrangiamenti su Music In A Doll’s House (1968) che ondeggia fra barocco (The Chase, Mellowing Grey), psichedelia (Never Like This, See Through Window, The Breeze), soul-rock (Old Songs For New Songs), r’n’b (Hey Mr Policeman) e vaudeville (3xTime). Nel successivo Entertainment (1969) l’abilità sopraffina del gruppo viene filtrata con l’adesione a moduli hard-rock (Weaver’s Answer) e folk deviati (Observations From A Hill, From Past Archives, Processions) ponendo in luce le doti ritmiche della band, il registro rabbioso di Chapman e infine coniando una nuova forma di hard-progressive. Persi Grech (unitosi ai Blind Faith; sostituito da John Weider al basso e violino) e King (tossicodipendente; sostituito da Poli Palmer alle tastiere, flauto, vibrafono), il gruppo si trasformò in ensemble più rock in A Song From Me e Anyway (con Part Of The Load) ambedue del 1970. L’arrivo di John Wetton (basso, voce) al posto di Weider rialzò il tasso tecnico del gruppo che infatti in Fearless (1971) osa brani ancora più eterogenei e geniali (Sat’d Barfly, In My Own Time) e orchestrazioni più complesse (Spanish Tide, Take Your Partners, Burning Bridges). Bandstand (1972) si affida maggiormente all’hard rock (Burlesque, Top Of The Hill) e al folk (My Friend The Sun). L’ultimo LP It’s Only Movie (1973) è un ritorno lambiccato alle origini (Check Out, la title-track). I Family furono il gruppo più autenticamente progressivo del periodo; retrospettivamente sono un gradino sopra gli altri.
La palma della celebrità va tuttavia ai Jethro Tull del vulcanico Ian Anderson (voce, flauto, chitarra). L’album d’esordio This Was (1968) presentava un sound essenzialmente folk ma fortemente contaminato dall’hard-rock (My Sunday Feeling, Dharma For One), dal jazz (Serenade To A Cuckoo) e dal blues più viscerale (It’s Breaking Me Up). Il II° LP Stand Up (1969; col chitarrista Martin Barre) era ancora più ispirato potendo contare su poderosi hard-rock (A New Day Yesterday, Back To The Family), su quadretti psichedelici (Look Into The Sun) e folk (Fat Man), su eccellenti brani jazz (Nothing Is Easy), persino un brano di Bach (Bouree). In Benefit (1970) prevalgono le arie da menestrello medievale (Witch’s Promise) con influenze hard (To Cry You A Song) o psichedeliche (With You There To Help Me). Raggiunsero infine il successo con Aqualung (1971; Locomotive Breath, My God, la title-track) e l’ambiziosa suite concept Thick As A Brick (1972) che imposero quel folk dilatato che divenne poi il loro standard di riferimento e il loro limite.
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