IL CONCERTO ALLO STADIO, Bruce Springsteen – Pensieri del musicista
Che emozione!
Andare a sentire Bruce Springsteen e la E-Street Band dal vivo a Roma allo stadio olimpico!
Mi ci porta la mia moglie, comprando con largo anticipo i biglietti. Non e’ cosa facile riuscirci.
Li’ avremmo trovato anche dei nostri cari amici, partiti con altri entusiasti fan alla volta della capitale con dei pullman organizzati.
Quello di Bruce (ormai lo chiamo cosi’ anch’io…) non e’ un concerto. E’ un esodo. Almeno…io me lo sono vissuto così.
Il pubblico è in estasi a prescindere…l’estasi inizia appena si compra il biglietto. Aumenta fino a quando entri nello stadio, si sviluppa durante il concerto e la rivivi anche nei giorni successivi, quando rientri a lavoro o comunque riprendi la tua attivita’ quotidiana di sempre…
Il viaggio: molto carino. Abbiamo fatto un sacco di chiacchiere e il tempo e’ volato. Arriviamo benissimo all’albergo, un piccolo riposo, doccia, cambio vestiti e via, direzione stadio olimpico. Si trova parcheggio relativamente vicino e dopo una camminata di 15 min si entra nello stadio.
Fila per il panino (faceva veramente schifo, ma è uguale…) e attesa per l’inizio dello show.
Mi guardo intorno. Sopra, sotto, di lato…tutta gente fremente per l’attesa. Poi penso bene a dove mi sono seduto, cioè alla mia postazione rispetto al palco. Esattamente di fronte. Perfetto! Di solito…
Solo che ero di fronte, si, ma dalla parte opposta delle tribune dove era stato montato il palco. Allo stadio olimpico vuol dire che fra te e il palco ci sono una novantina di metri almeno. Forse 100.
Dopo un paio d’ore d’attesa, eccoli che entrano.
La gente (tutta, senza esclusione di una sola persona) si alza in piedi all’istante. Cioè, lo spiego meglio perché magari uno può pensare : “ no, tutta è un modo di dire…tanta!!!”.
No, no… proprio tutti gli spettatori sono balzati in piedi. Tutti. Dopo un secondo di musica. 50 mila persone tutte in piedi.
A quel punto cosa fai? Ti alzi in piedi anche te, no? Anche perché sennò non vedi assolutamente nulla.
Allora: tutti in piedi, tutti a cantare, e parecchi anche ballavano. Basta infilare i piedi nello spazio che c’e’ fra un seggiolino e l’altro della fila sotto! 10 cm circa.
Io personalmente non avevo mai visto tanto entusiasmo intorno a me.
E io?
Cercavo di sentire il basso.
Si, il basso. Non lo sentivo.
Poi mi giravo intorno e vedevo che tutti ballavano e cantavano. Si, e cantavano. Praticamente quasi tutti sapevano i testi a memoria.
Allora l’inglese, si sa…anche in Italia.
Allora se alle band in Italia dicono di cantare in italiano perché sennò il pubblico non capisce e non si vendono i dischi, é una presa di giro…ho pensato tutto questo, quando ero li.
Ho pensato anche al panino che si era immobilizzato fra la faringe e la bocca dello stomaco. Una presenza costante.
“Dancin’ in the dark” ha smosso anche una coppia di almeno 65 anni, forse anche di più. Ballavano e si tenevano per mano. 5/6 file sotto di noi.
Davanti a me c’era anche una strana coppia, giovani, lui romano tipo bronzo di riace e lei americana bionda alta. Birre e via… Ballavano di brutto, lui in tipico ballo anni ’80. Me lo ricordo bene. Braccia su e giù, testa bassa e ginocchia incrociate. Uno spettacolo nello spettacolo.
La band suonava molto bene. Max, il batterista, mi ha impressionato. Mai un secondo di sosta, sempre concentrato, ogni pezzo con il giusto tiro. E anche qualcosa di più. E’ un vero batterista di rock’n’roll. Ha piu’ di 60 anni. Come la media della band. Un gruppo di amici, mi è sembrato. E mi è sembrata una cosa straordinaria…
Clarence Clemmons un po’ acciaccato, fermo sulle gambre malandate.
Bruce irradiava felicità. E grinta. E passione. E cuore. 3 h di energia da donare e 3h di energia che gli è stata restituita generosamante dai 50 mila.
E pare che ogni concerto sia cosi’. Dall’Africa all’Europa, all’Asia, all’America.
La mia amica Elena lo ha seguito in varie parti d’Europa. Bruce offre spettacoli di questo tipo, anche: 3 h sotto la pioggia a cantare e suonare. Lui, come ogni persona del pubblico. Lui che si mette nei panni del publico. 3h sotto la pioggia sono tante. E chi lo fa? A piu’ di 60 anni…
Si, stupendo.
Solo che io son sempre qui che penso al basso che non si sentiva.
Il concerto l’ho visto guardando i megaschermi.
A ballare non ce l’ho fatta.
Se non fossi un musicista a volte starei meglio.
La prossima volta vado nel prato…