Il piano del prestigiatore – Io c’ero: il concerto di Raphael Gualazzi al Politeama di Viareggio
Io c’ero – La Recensione del concerto di Raphael Gualazzi al Teatro Politeama di Viareggio
A cura di Veronica Croccia
Altro indimenticabile viaggio nella musica “Live”.
Raphael Gualazzi ti spiazza. Ti entra dentro, che tu lo voglia o meno, si insinua nella mente e nell’animo e ti trascina senza replica nel suo.
Poltroncine comode ad accoglierti e un vorticoso silenzio nell’attimo in cui le luci si spengono e il sipario sale permettendo così al protagonista di cominciare a incantarti con le sue acrobazie.
Tutto tace per poi esplodere, improvvisamente, come un botto.
Vere e proprie magie le sue. E mentre le sue dita si muovono agili e leggiadre come una gazzella, rincorrendosi, quasi a giocare tra di loro, sei preda di atmosfere diverse che si susseguono senza pausa e spaziano da stati di massima tranquillità ad altri d’ansia più cupa e tenebrosa.
Spazi vuoti e buchi neri vengono a bussare inaspettatamente al tuo inconscio e le regole della fisica compiono una curva ad U infrangendosi contro lo spazio e il tempo.
Universi paralleli, si alternano senza darti un attimo di tregua, e saltelli così da un mondo al successivo senza un filo conduttore che ti guidi.
I suoni ti scivolano addosso entrando poi timidamente nei pori più svariati della tua immaginazione: ballerine del can can, eserciti pronti all’attacco, cascate e ruscelli mai visti, piazze piene di luci e colori, notti buie e profonde.Uno stato di pura estasi ti abbraccia e ti invade completamente.
Questa è la sua musica dove opere proprie e alcuni dei più grandi successi blues e jazz, di svariati artisti internazionali, sono “rivisitati” e “riadattati” pronti a meravigliarti e a stupirti sempre più intensamente.
Adesso sveglia però. Il concerto è finito.
E tu…beh si tu, non sei su un sofà anni ’20 durante un ballo con una sigaretta tra le labbra e la piuma del cappello che ti accarezza dolcemente la fronte. No,non sei là.
Sei solo al Teatro Politeama di Viareggio.