
La Banana posologia e uso Storie di Musici e musica La saga Radio Gnome dei Gong
Passaporto scaduto, australiano , capellone e sguardo sovversivo: furono probabilmente queste i motivi che spinsero la polizia di frontiera di Dover a non rinnovare il visto a Daevid Allen quando nel 1968 tornò in Inghilterra insieme ai Soft Machine (!).
Fu così che Allen un freak con l’estetica paradossale di Zappa e l’etica comunitaria hippie, si trovò a Parigi nel bel mezzo del maggio 1968 con la sua ragazza, la poetessa Gilly Smyth. Fra rivoluzione studentesca, scorpacciate di LSD e esperimenti di total space music (musica+poesia+teatro simbolista), Allen e Smyth si associano a George Karakos (il Castro dell’industria discografica) e incidono per la sua Byg il primo album dei Gong (8 elementi fra cui Didier Malherbe al sax e Christian Tritsch al basso), Magick Brother Mystick Sister (1970).
Solo nell’anno successivo Allen darà forma alla saga da fumetto Marvel dei Pot Head Pixies (PHP, i folletti con la testa a forma di vaso), una civiltà aliena che viaggia su tazzine da caffè ed è venuta in contatto con i terrestri attraverso lui. Il prequel della saga è Camembert Electrique (1971) che presenta un gruppo ben assestato (Allen, Smyth, Tritsch, Malherbe, Pip Pyle alla batteria e Tim Blake alle tastiere) e un sound ricco e sicuro, costruito sulla ritmica jazz, i fiati da baraccone, le vocali dilatate e stupefatte di Smyth e il respiro spaziale delle tastiere: da Camembert si lanciano invettive contro il potere (You Can’t Kill Me), si imbastiscono sketch assurdi (Wet Cheese Delirium) e sgangherati (I’ve Bin Stoned Before), si creano intrugli con gli orgasmi allucinati di Smyth (I Am Your Animal), il kraut-rock (Fohat Digs Holes In The Space) e Grace Slick (Mr. Long Shanks, O Mother) fino al caleidoscopico finale di Tropical Fish.
L’utopia anarcoide di Allen si delinea nel 1973 col 1° LP della trilogia Flying Teapot che narra la storia di Zero (l’eroe nazionale dei PHP) e della stazione Radio Gnome Invisible (che manda messaggi telepatici dal pianeta Gong). Il gruppo è arricchito del geniale Steve Hillage (chitarra), Francis Moze (basso) e Laurie Allen (al posto di Pyle). La forza d’urto di questa formazione è incredibile: su un tappeto sonoro che fonde hard-rock, jazz e music-hall, il surreale muta in paradosso, la baraonda diventa geometria, l’irrazionale dimostra teoremi scientifici; ogni secondo c’è un’invenzione.
L’intro Radio Gnome Invisible sfodera subito i trucchi: le liquide tastiere di Blake, i girotondi di sax, i respiri orgasmici di Smyth, le dissonanze fratturate, i mantra di Allen (ad es. banana nirvana manana). L’album si struttura sulle suite Flying Teapot (un jazz-rock sconnesso che viaggia fra ritmi tribali ed esotici, riff incrociati di sax e chitarra e synth cosmici) e Zero The Hero & The Witch’s Spell (un tema orientaleggiante che si avvoltola in ritmi esotici, jazz notturni e vortici elettronici), prosegue col ritornello brillante di Pot Head Pixies e si conclude nella lascivia vocale di Witch’s Song.
La II° puntata è Angel’s Egg (1973) che racconta i viaggi di Zero (indotti dalla droga) sul pianeta Gong fino al suo arrivo al tempio invisibile Gong dove vede l’Angel’s Egg (un terzo occhio mandala). Il tasso tecnico si è ulteriormente innalzato con Pierre Moerlen (batteria al posto di L. Allen) e Mike Howlett (basso al posto di Moze) e raggiunge qui una maturità compositiva che fa dell’album un’opera più concentrata e sofisticata. Introdotta dalle invettive di Allen contro l’industria discografica di (Other Side Of The Sky, Sold To The Highest Buddha), l’album si snoda attraverso strumentali psichedelici (Outer Temple, Flute Salad), raffinatezze esotiche (Oily Way, Love Is How To Make it) e decadenti (Prostitute Poem), qualche momento hard-rock (I Never Glid Before). Manca forse lo spirito goliardico (qui solo in Selene e Eat That Phone Book Coda) non certo lo spirito di lavoro collettivo.
La III° puntata You (1974) vede Zero tornare sulla terra, costruire il proprio tempio invisibile, organizzare una grande festa freak dove a ciascuno viene acceso il terzo occhio tranne a Zero costretto a continuare la sua ricerca. Basato sulle suite Master Builder, Isle Of Everywhere, Sprinkling Of Clouds, l’album rivela I suoi limiti nell’eccessivo tecnicismo e manierismo; è l’episodio più debole della saga che spinge Allen e Smyth a lasciare Gong. Con la loro dipartita si chiude il ciclo della band che inventò il jazz nonsense.
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