La Musica dal Mondo
di Davide Mancini
Sono cresciuto con i dischi che trovavo nei negozi…quindi per il 90% Rock, Pop e qualche cosa di etnico/contaminato che ha fatto successo, proveniente da produzioni di major o di etichette medio/grandi, credendo quindi che la musica fosse soltanto “quella”.
Poi, poichè particolarmente appassionato, ho cercato tante cose di Blues, dapprima di tipo chitarristico e più assimilabile come sonorità al rock, poi di tipo più tradizionale fino ad arrivare agli anni ’20…così scarna ed essenziale ma piena di sentimento.
Ho ascoltato e cercato sempre tanta musica, la mia curiosità non finiva mai e come tanti ho scambiato dischi, cd etc, fino ad avere una collezione di svariate migliaia di pezzi.
Ad un certo punto ho perso un po’ d’interesse perché alla fine tante sonorità si assomigliavano e perché ormai, con tanta presunzione, credevo di aver ascoltato un po’ tutto.
E mi son ritrovato ad essere come tanti miei conoscenti che criticavo per la “ristrettezza” dei loro interessi musicali (una delle mie più ferme convinzioni è sempre stata: “Perché limitare la felicità data dalla musica ascoltando soltanto qualche genere?”)
Beh! Tutto ciò è successo alla fine anche a me. Mi sono sentito “stretto e limitato” all’ascolto di qualche tipo di musica soltanto.
Poi, soprattutto negli ultimi anni, grazie al mestiere che faccio, ho trovato e riscoperto una ricchezza musicale, soprattutto in ambito folk, che mi ha letteralmente spiazzato. Pensate a quanta ricchezza di generi a volte molto diversi tra loro ci sono in Italia. Dalla Valle d’Aosta (Trouveur Valdoten), passando per le Valli Occitane (Cuneo e dintorni; Lou Dalfin), la musica della Liguria (I Liguriani), il Folk e le tradizioni della Toscana (Riccardo Marasco, Lisetta Luchini, Trio Tresca), e dell’Appennino Tosco Emiliano (I Viulan), per non parlare del Sud Italia (Pizzica, taranta e tutte le sue varianti) etc etc etc
Alla Francia, con il Valse Musette, gli chansonnier, lo swing delle varie etnie nomadi (dai manouche passando per i Sinti).
Alla Spagna del flamenco, della musica basca, della musica tradizionale (fortemente contaminata dalle atmosfere celtiche ed irlandesi) della Galizia e delle Asturie (Hevia per nominare uno degli interpeti più famosi).
All’Irlanda…e qui non basterebbe un enciclopedia etc etc etc……………………
Proprio quest’Estate, come spesso mi accade, ho riaccompagnato all’Aereoporto di Pisa una musicista Irlandese, Nuala Kennedy, che aveva partecipato al Musicastrada Festival.
Questi momenti, di relativo relax, sono i miei preferiti; alle volte c’è il tempo di parlare di musica e di scambiarsi opinioni su tante diverse questioni.
Parlare di musica poi con un Irlandese è come parlare di cucina e/o vino con un Italiano. L’orgoglio e l’amore per il “prodotto nazionale” viene prepotentemente a galla, ma, nel caso soprattutto degli irlandesi (ma anche degli americani) alla fine prevale un sentimento di “comunione dei beni”; tutto ciò che sanno non vale niente se non viene condiviso.
E alla mia domanda “Vorresti suggerirmi qualche gruppo per il prossimo festival?” la risposta è stata uno Tsunami di idee, nomi, generi, gruppi…
Non la finiva più.
Ha preso in mano un libretto del festival ed ha iniziato a parlarmi di alcuni gruppi altamente consigliati, dapprima irlandesi….spiegandomi le differenze degli stili tra una regione ed un altra dell’Irlanda (proprio come in Italia), passando per la Scozia…ed il Quebec…
“Il Quebec?…Canada? Hanno una loro musica tradizionale?”
“Yes! And remember this band: Le vent du Nord”
“Ah…interessante!”
“But rember too the traditional music from Cape Breton (un delle isole della Nuova Scozia, sulla costa Atlantica del Canada)”
E via, e via, e via…
Ed allora quella fiammella che ardeva così tanto anni fa, e che del tutto non si è mai spenta, ha cominciato di nuovo ad ardere.
La domanda che mi e vi pongo, è: “ci rendiamo conto della bellezza e della ricchezza musicale che c’è nel mondo?”
Ed ancora.
Provo oggi le stesse emozioni di tanti anni fa, quando vado a vedere un gruppo, che magari non conosco, spinto da quel sano sentimento che si chiama “curiosità”, e, convinto dalla bella musica che ho ascoltato, copro il CD ed “orgogliosamente” lo faccio ascoltare ai miei amici…
Curiosità.
Forse semplicemente di questo c’è bisogno.
C’è un mondo di musica che non attende altro di essere scoperto (o riscoperto) e rivalorizzato…
Una nota sui video che seguono.
Il primo naturalmente di Nuala Kennedy…il secondo è dei Le vent du nord
Divertitevi!