Round Like a Record – Life on MARRS

Ecco il secondo episodio della nostra rubrica in format serial televisivo “Life on MARRS”: S01E02 – Treni e trenini

A cura di Zazou

Eccomi. Lo sentite anche voi questo profumino? È Laura: sta cucinando il ciambellone allo yogurt. Avvicinatevi. Non voglio che mi senta. Le ho promesso che non l’avrei detto a nessuno: all’impasto aggiunge lo zest di un’arancia. È per questo che profuma così. Chi ne vuole una fetta? Uhm, siete tanti: dovrò dirle di farne un altro. Il ciambellone è un dolce trasversale: piace a grandi e piccini. Piaceva anche al vecchio buon Seamus. Quando ne sentiva l’odore diceva: bau. Seamus, l’avete capito, era il mio cane.

C’erano due cose per cui andava matto. Una l’ho detta: il ciambellone; l’altra, i Pink Floyd. Quando li ascoltavo, puntava le casse e diceva: bau. Seamus, avente capito anche questo, era un cane di poche, pochissime parole, una: si può ben dire che era un cane di parola.

Per il resto del tempo se ne stava accucciato da qualche parte, ma quando sentiva arrivare il ciambellone o i Pink Floyd si eccitava neanche fosse stata la stagione dell’amore.

Strano, vero? Mi sono interrogato sul perchè di questo comportamento ma non ho trovato una risposta. Però mi è servito per ricevere un’illuminazione. Come dici? No, la società elettrica non c’entra niente. Dicevo, ho avuto una rivelazione. Mi sono sentito tanto Indiana Jones alla ricerca del sacro graal. Sono arrivato a questa conclusione: la musica è un ciambellone. Non mi sono fumato niente. Mi spiego.

Punto uno. Un’approfondita indagine sociologica ha stabilito che: il ciambellone e la musica piacciono a tutti senza distinzione di età sesso o religione; entrambi sono il prodotto di un’attività umana; entrambi di base necessitano di pochi ingredienti per essere realizzati.

Punto due. La forma circolare. Il carapace, il contenitore, il supporto d’elezione della musica nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, cioè da Edison in poi fino all’emmepitre, ha forma circolare, una eterna ghirlanda squillante. Potreste obbiettare: le k7, i dat non sono circolari. È vero, ma a ben vedere comunque il nastro si avvolge in cerchio. Dirò di più: se, ad esempio, volete una definizione del disco si può dire, citando un vecchio slogan, che è il buco (il silenzio, il vuoto) con la musica intorno. Ecco, ora avete uno spunto per continuare la speculazione, passare per il tempo circolare, lo yin e lo yan e arrivare alla conclusione che in definitiva la musica è l’energia primordiale che rende possibile l’esistenza. A seguire, vi libererete dalla schiavitù delle passioni, del ciclo delle morti e delle rinascite e raggiungerete i(l) Nirvana.

Zazou.

Laura, volevo proprio te. Ragionateci su e poi ne riparliamo.

Cosa state facendo?

Ma niente così, si stava decidendo cosa fare questo fine settimana. I Virginiana Miller suonano al Cage. Vieni?

Non so.

Simone Lenzi ha scritto un romanzo. Postresti intervistarlo.

Mah, non saprei, vediamo.

Hai già dei programmi?

Si qualcosa ma ancora niente di deciso.

Laura, lo sapete, cura la rubrica Letteratura in Musica. Cosa ne pensi di questi rocker che si producono in performance narrative?

Qualcuno ci riesce, ma qualcuno sfrutta un po’ il nome. Mica tutti quelli che fanno musica sanno poi anche scrivere. Magari hanno un sacco di belle idee in testa, ma scriverle non è come suonarle.

In genere, quando un cantante passa alla scrittura si rivolge alla narrativa o alla poesia. Conosci cantanti prestati alla letteratura che hanno scelto, ad esempio, la saggistica?

Se tra i saggi ci metti anche i diari, i ricettari e le elucubrazioni senza un perchè, allora si, tanti. Il mio collega Ale mi ha detto che c’è anche chi si è dedicato a scrivere saggi sulle arti marziali, ma scrive con uno pseudonimo, sicché magari chi lo conosce solo come musicista non se lo immagina nemmeno.

Hai visto Cave sulla Croisette?

L’ho visto su internet, vale lo stesso? Era meglio, se lo incrociavo a Cannes. Non sono una grande fan e non so proprio come possa essere il film. Di sicuro lui è uno che non si è fermato alla musica: è stato musicista, scrittore, sceneggiatore e anche attore. Direi che si sia cimentato con tutto e che non si sia fatto mancare nulla… di testa non si può dire che non ne abbia.

Vuoi darci un’anticipazione del tuo prossimo intervento?

Visto che con questo ciambellone siamo in tema culinario, ti direi che ho delle ricette musicali, ma il prossimo in realtà sarà su Elvis. E comunque non ci si allontana tanto dalla cucina…

Laura, un’ultima cosa. I ragazzi qui si chiedevano se, insomma, se fosse possibile avere una fetta di ciambellone.

Mi dispiace, ma l’ho promesso a Paolo.

Paolo? Paolo chi? Ragazzi, c’è un Paolo fra di voi?

Zazou sei una sagoma.

Che vuoi dire? Chi è Paolo?

Devo proprio andare. Ciao.

Si, ciao, però, la prossima volta, il ciambellone lo prepari per noi. Giusto?

Laura, che tipo. Avete visto: ho fatto di tutto per convincerla ma non c’è stato verso. Se volete ve lo preparo io. No? Uomini di poca fede. In effetti anche se buono non è così buono come quello di Laura. Sarà capitato anche a voi. Vi sieti fatti dare la ricetta ma quando le sfornate le lasagne non sono come quelle della nonna, non hanno lo stesso sapore neanche quando gli ingredienti sono esattamente quelli usati dalla nonna. Il fatto è che l’imprevedibilità si ritaglia sempre un suo spazio.

Considetate questo, considerate questo disco, Pump up the volume, lo sapete, è una milestone nell’evoluzione della musica. È frutto dello Zeitgeist di quegli anni e della collaborazione di tre entità distinte: Colorbox, AR Kane e la coppia di dj Chris Mackintosh e Dave Dorrell che si occupano di rimescolare le campionature (se ne contano più di 20 nei vari remix). Considerate anche questo, non meno importante: il produttore è John Fryer e l’etichetta è la 4AD di Ivo Watts-Russell, nota soprattutto per pubblicare sonorità diverse da quella dei MARRS (Daed Can Dance, Clan of Xymox, Cocteau Twins, …). Ed ecco che arriva l’imprevisto: una volta in studio le personalità dei Colorbox e quelle degli AR Kane entrano in conflitto. Senza queste divergenze Pump up the volume sarebbe stata diversa, forse virata verso sonorità indie.

A parlare di ciambellone e lasagne mi è venuta fame. Vado a farmi un tramezzino.

Dedicata a Seamus