
Shoegazing Antesignani Pontieri Eroi Seguaci Epigoni Musica di (De)genere
Muri di feedback, atmosfere oniriche, sterminato uso di effetti chitarristici (distorsori, riverberi, tremolo). Questi gli elementi costitutivi dello shoegazing, un genere sviluppatosi in Gran Bretagna a cavallo degli anni ’80 e ’90. Ebbe una vita relativamente breve (3-4 anni fra il 1989 e il 1992) ma una lunga fermentazione prima e influenzò dopo la psichedelia degli anni ’90 in UK e USA.
Assorbita la lezione di Velvet Underground e Cocteau Twins, i veri capostipiti furono i Jesus And The Mary Chain e gli Spacemen 3. I primi ribaltarono i canoni tradizionali dell’uso della chitarra privilegiando il feedback rispetto alla melodia. Funereo e annoiato sul 1° LP Psychocandy (1985; Just Like Honey, You Trip Me Up), il loro stile approdò su Automatic (1988) a una psichedelia aggressiva (UV Ray, Gimme Hell) e nevrotica (Blues From A Gun), che ridefiniva il concetto di rumore in senso primitivista.
Questa intuizione fu sviluppata dagli Spacemen 3 di Sonic Boom e Jason (entrambi chitarra e voce) con un wall of sound allucinato, vicino alla trance lisergica. Il live Performance (1988) raccoglie i loro brani migliori: Walkin’ With Jesus, Revolution, Suicide. Dopo di loro, altri gruppi parteciparono alla definizione dello stile.
Primi i Lush di Emma Anderson e Miki Berenji (entrambe voce, chitarra) il cui sound, strutturato sulle melodie orecchiabili e le chitarre abrasive di Throughtform e Scarlet (sull’ EP Scar; 1989) preannunciava la catatonia angelica degli shoegazer. L’eredità dei Loop sta invece nell’iteratività devastante del LP World That Summer (1987; Head On, Spinning).
Su queste basi, il gruppo che svettò maggiormente furono gli irlandesi My Bloody Valentine (MBV) di Kevin Shields (chitarra), Colm O’Ciosoig (batteria) e David Conway (voce) che iniziarono come band gotica con gli EP This Is Your Bloody Valentine (1985) e Geek (1986), ma presto passarono al pop dei successivi EP The New Record (1986) e Sunny Sundae Smile (1987; la title-track) che fu l’ultimo con Conway. Con l’arrivo di Belinda Butcher (voce, chitarra), la band cominciò a muoversi verso un nuovo stile in cui feedback pop e revival dell’acid-rock generavano le frequenze da incubo di Clair e i jingle jangle distorti di You’ve Got Nothing (sul mini LP Ecstasy; 1987) e Never Say Goodbye (sull’EP Strawberry Wine). Dopo questi lavori di transizione, i brani incalzanti dell’EP You Made Me Realise (1988; la title-track, Feed Me With Your Kisses, I Believe) attestano la maturazione definitiva. Finalmente il 1° LP Isn’t Anything (1989) mostrava il loro stile tipico, una rivisitazione di tutta la psichedelia Sixties ma con sonorità estatiche e trascendenti dove la melodia nasceva proprio dalle distorsioni e le superava; brani eterei e trasognati come Lose My Breath, When You Wake You’re Still In A Dream, Cupid Come, Nothing Much To Lose divennero classici generazionali. Dopo il singolo jungle Instrumental, la trance morbosa dell’EP Glider (1990;Soon) e i raga dell’EP Tremolo (1991;Swallow), il 2° LP Loveless (1991) fu una nuova prova con un maggiore uso dell’elettronica, una serie di dolci cantilene (What You Want, Blown A Wish), a volte trafitte dalle tastiere (When You Sleep), a volte ambiziosamente sperimentali (I Only Said). Con pochissimi dischi, i MBV sono il miglior gruppo shoegazer.
Altrettanto significativi furono gli Slowdive di Neil Halstead, Rachel Goswell (entrambi voce, chitarra) e Christian Savill (chitarra) che estremizzarono la lezione di MBV. Qui il suono si riduce a un soffice sottofondo per riverberi impalpabili e canto bisbigliato: fin dai primi EP Slowdive (1990; la title-track, Avalyn), Morningrise (1991; la title-track) e Holding Our Breath (Catch the Breeze, Albatross) la musica è solo una fluttuazione nebbiosa. L’album Just For A Day (1991) conferma questo programma fra echi celestiali e armonie ipnotiche (Spanish Air, Celia’s Dream, The Sadman, Primal). Nel 2° LP Souvlaki (1993), il gruppo si affida all’elettronica per un’altra manciata di madrigali sfocati (Alison, Machine Gun, Altogether, Dagger) a un passo dall’ambient (Brian Eno suona in 2 brani). Poco dopo il gruppo si sciolse. Fra i gruppi minori, i Ride esordirono con i ritornelli facili e distorti di Chelsea Girl (Ride EP) e Like A Daydream (Play EP) e col formalismo astratto del LP Nowhere (1990; Vapour Trail, la title-track).
Molto più sinceri i Catherine Wheel grazie a sonorità più new wave e alla chitarra hendrixiana di Brian Futter che marchia a fuoco sul LP Ferment (1992), I Want To Touch You, Black Metallic, She’s My Friend. Gli Spiritualized sono gli epigoni del genere. Germinati dagli Spacemen 3 (Jason, l’ultima sezione ritmica + Kate Radley alle tastiere), dal singolo Anyway That You Want Me (1990) al 1° LP Lazer Guided Melodies (1991; I Want You) il loro stile è psichedelia morbida + manipolazione shoegazer; e in seguito solo tecnica di studio. La loro incapacità di evolversi è l’epitaffio dell’intero genere.
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