Super Coverize Me – Pensieri in Musica: Questioni di “copie”

Pensieri in Musica: Questioni di “copie”

A cura di Roberto Italiani

Tanto prima o poi ci passano tutti. Rivisitata, arrangiata, storpiata, addirittura violentata, prima o poi, comunque, ogni gruppo o artista si cimenta in una cover; e non è raro che accada che la “copia” riesca ad avere più successo della versione originale.

Vedi i casi fortunati, ad esempio, di “Hurt” rifatta da J.Cash o di “Mad world” rivista da G.Jules; ma di casi ne potremmo citare a decine, e più famoso è l’artista che canta la canzone originale, tanto più è ardua la missione. E appunto cimentarsi in una cover dei Beatles può risultare un suicidio se il risultato finale poi non è soddisfacente.
Qualcuno si ricorderà certamente delle riuscitissime:  “With a little help from my friends” cantata da J.Coker o “Come togheter” digli Aerosmith riproposte nei loro inconfondibili stili; o molto meno per gli obbrobri di “The long e winding road” cantata da Will Young o “Lucy in the sky with diamonds” riproposta da W. Shatner, effettivamente improponibili.

Beh…qualche tempo fa ho ascoltato in radio un gruppo che ha coverizzato  “Norwegian wood” dei Beatles (che già di per sé era straordinaria in quanto si trattava della prima canzone della storia della band di Liverpool in cui George Harrison suonava un sitar) e che sta facendo il giro di tutte le radio (rock) del mondo. Loro sono una band americana: gli Aaron English Band.

Vengono da Seattle, patria natia del grunge appunto; dal 2003 al 2008 pubblicano 2 album accolti tiepidamente in patria, poi nel 2008 subiscono un brutto arresto perché durante tour il loro bus subisce un incidente e tutto il materiale/strumenti/equipaggiamento viene completamente distrutto.
Dopo un periodo da solista la band, nel 2011 pubblica un singolo; “Norwegian wood/kashmir” rivisitazione dei rispettivi brani dei Beatles e dei Led Zeppelin, un fiore all’occhiello nei dj set della band.
Questi due pezzi riarrangiati in perfetto stile Seattle sound moderno (se esiste ancora!) conferiscono un’atmosfera più cupa e scura e una sonorità prevalentemente più rock (in Norwegian wood) di quello dei Fab-4.
Apparte “Kashmir” anch’essa rivisitata in modo superbo, è appunto il pezzo dei Beatles a sorprendere uscendo in qualche modo “completato”; il fraseggio iniziale e l’inserimento delle percussioni regalano quel sound anche un po’ orientaleggiante e decisamente grunge che non mi dispiace affatto.

Al momento è uno dei pochi pezzi che ascolto volentieri alla radio ed è una delle cover con i migliori arrangiamenti che io ricordi. Tutto naturalmente è soggettivo; quindi rompiamo gli indugi, facciamo un sondaggino: quale secondo voi è la miglior cover di sempre?

Potete lasciare le vostre “cover-hit” nei commenti in calce a questo articolo oppure scrivercele direttamente all’indirizzo redazione@musicastrada.it

The Aaron English Band – Norwegian Wood