La Rivoluzione Disciplinatha I Disciplinatha
Li avete sentiti questi? I Disciplinatha
A cura di Roberto Italiani
“Cosa resterà di questi anni ’80…” cantava Raffaele Riefoli meglio noto come Raf. Beh…sicuramente tra quello che non è restato a livello musicale possiamo annoverarci una decina di gruppi che in quel periodo fecero fortuna ma poi sono caduti nel dimenticatoio.
Il panorama musicale fine anni ’80 inizio anni ’90 in Italia era molto fiorente sia dal punto di vista tecnico che innovativo a livello musicale ed i maggiori esponenti nacquero tra la Toscana e l’Emilia. Rifacciamoci da una parte e iniziamo a parlare di un gruppo, forse quello più chiaccherato perché fu etichettato come band di destra: i Disciplinatha.
Sicuramente sono state una delle più rivoluzionarie formazioni musicali spuntate a fine anni ’80 nella rossa piana bolognese dove come dicevo furono etichettati come band di destra perché il loro primo LP si chiamava “abbiamo pazientato 40 anni, ora basta!” e la maintrack “Addis Abeba” si apriva appunto con una registrazione di un discorso del Duce. Ciò desto meraviglia anche perchè a produrli era proprio l’etichetta di Giovanni Lindo Ferretti la CPI. Ma era evidente che era solo una provocazione; loro volevano fare aprire gli occhi a chi faceva finta di non vedere che nella rossa Emilia in realtà si celavano fenomeni di razzismo e che il fascismo non era poi così underground come sembrava.
In effetti loro si presentano nel 1988 con un disco bello corposo e peso; l’era del post punk stava prendendo forma con il frastuono, il cantato acido e le chitarre dai suoni lancinanti. In questa fase, ancora molto acerbi e rumorosi, almeno per i miei gusti, i Disciplinatha sfornano in seguito dei grandi lavori: “Un Mondo Nuovo” del ’94 e “Prmigenia” del ’96 molto più “puliti” come sound e molto più impegnati.
Il mondo nuovo dei Disciplinatha è zeppo di rock, misto di electro-industrial; si percepisce rabbia, bene espressa dal cantato di Cristiano Santini e dalla voce rabbiosa di Valeria Cevolani.
Un mondo dove dovremmo essere noi a decidere come dovrebbe essere: “Faremo un mondo nuovo, e sarai tu a decidere”. Tra l’altro questo disco contiene la più bella cover di “Up Patriots to Arms” di Battiato di sempre, che ne dicano i Subsonica!
Primigenia è secondo me uno dei più bei dischi italiani del secolo scorso; sentile le intense “Esilo”, “Primigenica” , “Otto Minuti”, “Chiamala inverno”…tutti questi pezzi ti esplodono dentro nel cuore e nelle orecchie. Il suono della band è definito, voce maschile e femminile si alternano, i riff e l’elettronica più mirati; insomma trovano il proprio equilibrio.
Pezzi che 20 anni dopo non perdono la propria efficacia sia nella musica che nei testi.
Insomma forse è vero che «i Disciplinatha sono l’unico gruppo italiano che vale la pena ascoltare» (Jello Biafra, Dead Kennedys).
Disciplinatha – Chiamala Inverno