Vai Steve Vai Pensieri in musica gli onanisti della chitarra
Pensieri in musica: gli onanisti della chitarra
A cura dello Spa
Purtroppo quando si scrivono articoli del genere occorre sempre fare delle premesse per non apparire l’orco cattivo della favola di Biancaneve (ho avuto un’infanzia difficile…mi hanno sempre raccontato fiabe rivisitate e un po’ truculente!) per cui sono costretto ad attaccare con un elenco di distinguo che farebbe impallidire anche un politico scafato. Quindi meglio iniziare:
– Premetto che Steve Vai è un grande virtuoso della chitarra, sicuramente uno dei migliori del pianeta.
– Premetto che il suo stile è inconfondibile e la sua maestria incomparabile.
– Premetto che non ho motivo di rivalse personali con Steve Vai, ma assumerò la sua figura quale icona di un genere (oddio, forse definirlo un genere è un’esagerazione…)
– Premetto che non sono un chitarrista fallito, che sono un semplice ascoltatore, che non sono un critico musicale, ma che mi ritengo un grande appassionato di musica
– Premetto che non ho mai avuto il coraggio di assistere ad un concerto di Steve Vai, per cui non faccio parte di quella immensa schiera di fan che assicura che “dal vivo è tutta un’altra cosa!”
– Premetto che non nutro invidia per la grande carriera, la fama e l’enorme successo che questo nostro connazionale o comunque questo fantastico musicista di chiare origini italiane ha meritatamente ottenuto
Ok. Io non sono imparziale e magari voi non avete la fortuna di frequentare un amico che venera Steve Vai tutti i santi giorni e che vi fa ascoltare canzoni, ovvero “schitarrate” senza fine cercando perfino di sottolineare quei passaggi al limite della velocità umana o, più semplicemente, “da seghe”. Scusate il toscano volgare, avrei potuto parafrasare con “da polluzioni musicalmente sofisticate”, ma non avrebbe reso l’idea.
Insomma credo che abbiate già capito dove voglio arrivare. Il nocciolo del problema è che suonare la chitarra per far vedere che sai suonare la chitarra non ha alcun senso. Nessuno. Per cui, non lo fate. Mai.
Ritengo che sarebbe più discreto e molto meno invadente, farsi delle pippe musicali entro le proprie mura domestiche, piuttosto che su un palco. Per cui il consiglio che mi sento di dare a Steve Vai (ma anche a Joe Satriani, ecc.) è quello di chiudersi in bagno, appurare che ci sia uno specchio, in modo da darsi sempre una sistematina ai capelli quando lo si ritiene più opportuno, e poi lanciarsi in estasianti e orgasmici assoli di chitarra.
Pregherei inoltre di verificare che non ci siano telecamere accese nella toilette in modo da non ritrovarsi materiali sonori di questo tipo su youtube o su altri canali web che trattano di perniciose sconcezze sonore.
Se ritenete che sia stato troppo cruento e diretto, ripassatevi la premessa di questo articolo, io intanto cerco di chiarirmi meglio con chi continua a leggere. La chitarra è uno strumento fantastico, come del resto lo sono il violino, l’oboe, e la cornamusa (soprattutto per chi adora la Scozia o Hevia), e come tutti gli altri strumenti può intonare o comporre riff esaltanti.
Però saper suonare benissimo una chitarra non significa saper fare musica, anzi non c’è affatto relazione tra le due cose. Vi invito a riflettere anche sulla parola “strumento”. La chitarra è uno “strumento”, questo vuol dire che è solo un oggetto da utilizzare insieme ad altri “strumenti” per arrivare a fare qualcosa di “più alto” e grandioso, ovvero la Musica.
E comunque non sono un fondamentalista. Un bell’assolo in una bella canzone ci sta, anzi la impreziosisce e può perfino renderla memorabile. Ma un’assolone di 10 minuti con due strofe intorno proprio non posso reggerlo.
Vorrei dire che è saggio, perfino scontato pensarla in questo modo, ma poi navigo sul tubo e trovo che oltre 9 milioni di persone hanno visto il video di “I Know You’re Here”, in cui una folla oceanica inneggia invasata a Steve che imbraccia la sua chitarra a tre piani e comincia a smanettarla. Ride, evidentemente compiaciuto di quello che sta facendo, ammicca, se lo tira di brutto ogni volta che gli “parte il tremolo”, pronuncia fonemi muti; già perché lui la chitarra è in grado di farla parlare.
Ecco se io fossi la sua chitarra e lui avesse il potere di donarmi la parola, di sicuro ne approfitterei per dirgli questo: “Vai Steve vai…”
Steve Vai – I Know You’re Here