IL PROGRAMMA DEI CONCERTI
Nato nel 65 a Detroit “Sax” Gordon Beadle è diventato nel giro di pochi anni la figura di riferimento dei sassofonisti blues e rhytm ‘n blues del mondo, diventando uno dei turnisti più richiesti, sia in sala d’incisione che dal vivo. Ha suonato dal vivo e in studio con artisti del calibro , Johnny Copeland, Clarence “Gatemouth” Brown, Herb Ellis, Ben E. King, Martha Reeves, Junior Wells, Mighty Sam McClain, Charlie Musselwhite, Johnny Johnson, James Cotton, Sam Moore (di Sam & Dave), Hubert Sumlin, e John Hammond. Gordon ha suonato in Europa, Australia, Sud America, Africa, America Centrale, Scandinavia, Carabi, in tutto il Nord America e ha fatto tournèe nelle band che hanno aperto I concerti dei Rolling Stones, BB King e Neville Brothers. Gordon è stato nominato ai “W.C. Handy awards” (gli oscar del blues) come miglior di: Duke Robillard, Jay McShann, Matt “Guitar” Murphy, Jimmy Witherspoon, Luther “Guitar Jr.” Johnson, e Roomful of Blues. I suoi fraseggi fanno parte ormai della storia e dei dischi di Jimmy McGriff, Champion Jack Dupree, Rosco Gordon, Pinetop Perkins, Billy Boy Arnold e Charles Brown. Gordon è stato chiamato a suonare dal vivo con i più randi artisti del Blues, Jazz e Soul, inclusi Little Miltonsassofonista nel 2001 e 2002. Si può dire che Sax Gordon ha suonato su quasi tutti i dischi Blues usciti in U.S.A negli ultimi 15 anni! Ha all’attivo 2 C.D. (Have Horn Will Travel e You Knock Me Out) prodotti dalla Bullseye Blues and Jazz Record (Rounder). Sax Gordon è accompagnato in questa nova torunèee europea dai Blue Gadjo, il trio del grande chitarrista italo Americano Leo “Goodies” Boni premiato con la “Weepin’ Willie All Star” come migliore blues band di Boston, dopo molti anni di attività musicale nel nord-est degli USA. Al Basso: Anacleto “Big Daddy” Orlandi: col suo gigantesco suono contribuisce non poco a dare originalità al sound di questa particolare band. Alla Batteria: Paolo Meneghini:docente presso il Centro Attività Musicali Koala, da circa 15 anni svolge l’attività di musicista professionista.
Il nuovo progetto “europeo” di Silvia Bolognesi, contrabbassista senese e nuova gradita scoperta del panorama jazz italiano, è nato dalle svariate esperienze nell’ambito di importanti Festival Jazz italiani, dove ha incontrato artisti come Owen Hart (batteria), Mariano di Nunzio (tromba e flicorno) e Sergio Casale (sax alto e Flauto), tutti provenienti da percorsi professionali consolidati in campo internazionale e aperti alla ricerca, con i quali si ritrova a fare “Jazz” nelle sue forme più classiche e attraverso la propria innovativa scrittura.
L’orchestra “Les Italiens” è stata fondata nel 1998 da Alessandro Di Puccio e prodotta da Silence produzioni musicali di Marco Lamioni in collaborazione con l’etichetta discografica Forrest Hill (Harmony music). Il progetto nasce dall’idea e soprattutto dalla volontà, di riunire un ampio numero di musicisti che condividessero un forte interesse per linguaggi riconducibili all’ambito della world music. Varie occasioni di incontro con musicisti ospiti dell’orchestra, provenienti da diverse aree geografiche e culturali, ha contribuito poi al naturale sviluppo di un sound originale che è il risultato di un amalgama di sapori mediterranei. Tutto questo prende vita attraverso l’esibizione di dieci ottimi musicisti, appunto Les Italiens.
Andaluso di Huelva, figlio di un “bailaor” e di una cantante, vive fin da bambino l’atmosfera del vero flamenco e della cultura gitano-andalusa, tanto che a soli 14 anni è già sul prestigioso palco del Festival dei Pirenei di Oloron, in Francia. Da allora la sua vita sarà un continuo peregrinare ed esibirsi in tutta Europa, tenendo anche lezioni e seminari in molte Università e Conservatori, in particolar modo in Francia, Svizzera e Germania; nonostante ciò fino al ’98 è stato titolare della cattedra di chitarra flamenco del conservatorio di Palma del Condado (Andalusia). Un legame particolare lo unisce all’Italia, paese dove adesso risiede e dove ha tenuto seminari e concerti un po’ ovunque tra cui Roma, Milano, Firenze e più volte invitato al Meeting Internazionale della chitarra acustica di Sarzana. La critica riconosce in lui un vero depositario della cultura Andalusa in grado con il suono della sua chitarra e l’espressività della sua voce di incantare le platée più disparate. Per l’occasione sarà accompagnato dal bravo Alessandro Vannuccini, uno dei pochi percussionisti italiani che abbiano imparato e sviluppato l’uso della percussione flamenco (cajòn) attraverso una lunga permanenza in Spagna, a Jerez De La Frontiera. I due musicisti hanno realizzato insieme anche il bel cd “La Rosa de Oro”.
Livio Guardi e Wilson Montuori sono un duo acustico che fonda la propria ed unica miscela musicale su un esperienza decennale.
Il loro repertorio include canzoni in inglese e in italiano, con brani che spaziano dalla musica folk anglo-americana (old-time, blues, swing e celtico) alle influenze mediterranee tipiche dei loro paesi di origine. La varietà degli strumenti usati ed il loro contagioso senso dell’ umorismo trasformano i loro concerti in veri e propri eventi partecipativi. Come duo si sono esibiti sia in Italia che all’ estero, in particolare negli Stati Uniti dove, nella zona di New York hanno recentemente riscosso un notevole successo di pubblico e di critica.
Livio Guardi: voce, chitarra acustica, banjo, mandolino, bouzouky
Wilson Montuori: voce, chitarre acustiche nylon e steel
Un trio formato da tre musicisti che hanno calcato i palcoscenici di tutta Europa assieme al Jet Set del Blues mondiale. Il loro modo di concepire la musica e la professionalità musicale, non si discosta mai dal puro senso di divertimento che sfocia in un fluido groove che il Magic Trio riesce a creare, carico di energia e di entusiasmo dinamico. Da sottolineare le importanti collaborazioni di James Thompson con Paolo Conte e Zucchero Fornaciari, di Vince Vallicelli con gli UNO nonchè la sua stessa Blues Band citata persino nell’Enciclopedia del Rock, e Pippo Guarnera negli anni 70′ con Napoli Centrale e più recentemente con Ligabue e Brian Auger.Nel sound di di questa band si possono notare forti accenti riconducibili al Soul, Càjun, R&B, Jazz, Rock, che regalano un’emozione profonda, duratura e sincera a chi si avventura nel Live Show del Magic Trio.
Al di là del nome che significa “fuoco fatuo”, questa band che conta elementi irlandesi in pianta stabile e come ospiti, sta dimostrando di non essere affatto una “cosa occasionale” tant’è che sono continuamente chiamati ad esibirsi nei maggiori festival etnici e folk di tutta la penisola (Irlanda in Festa a Firenze, Capodanno Celtico a Milano, Festival Trigallia di Ferrara, Nubilaria Celtic Festival, ST. Patrick’s day a Bergamo…..) insieme ai mostri sacri di questo genere provenienti direttamente dall’Isola di Smeraldo. Propongono uno spettacolo coinvolgente fatto di musica da ballo (Jig e reel) e di struggenti ballate, raccontando di paesaggi mozzafiato, di favole, di amori, di feste e di grandi bevute. Presenteranno anche i brani del loro ultimo cd “Cionn Caslach” (dal nome di un piccolo villaggio su una baia nella regione del Donegal) edito da Ethnoworld di Milano. Una serata per chi si vuole divertire con della buona musica!
Questo straordinario quartetto si presenta in concerto con un repertorio che comprende alcune tra le più belle canzoni italiane riviste in chiave jazz. I musicisti non hanno bisogno di presentazioni : sono sicuramente tra i migliori jazzmen che abbiamo nel panorama musicale italiano. Provengono da formazioni e progetti personali, spesso caratterizzati da anima e pulsione diverse tra loro, riscontrando cospicui consensi di critica e di pubblico. Di fatto questi musicisti si distinguno per il bel sound acustico e per la capacità di affiancare alla musica racconti fantastici che ne descrivono il percorso in forma di viaggio. Il progetto è un intesa musicale che nasce da una complicità mentale a volte ai limiti della telepatia, nel senso che la scelta dei pezzi e la loro esecuzione si modula tra i musicisti senza scelte a priori ma da un dialogo, sviluppato nell’ improvvisazione, serrato ed estremamente ricco d’inventiva. Caratteristica di questo quartetto è anche la proposta di temi presi a prestito da altri repertori (pop, rock,leggera ,popolare,ecc.) che vengono utilizzati sia come spunti per le improvvisazioni sia come citazioni, che compaiono in altri temi, creando un percorso melodico che stimola la memoria di emozioni
musicali vecchie e nuove. Il risultato che ne deriva, direttamente legato al vissuto dei musicisti, si presenta incantevole e di notevole pregio musicale.
Con ispirazioni che vanno da Andrés Segovia a Mississippi John Hurt, Ed ha creato una sua “voce di chitarra”,riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. La profondità delle sue composizioni può emozionare un ascoltatore con una singola nota. Scott Alarik del Boston Globe spiega tutto ciò molto meglio quando dice: “Gerhard non scrive brani strumentali. Scrive canzoni che solo una chitarra può cantare” Quello che distingue la musica di Ed è la sua inventiva nell’uso delle accordature aperte, che gli permettono una varietà di colori fra una composizione e l’altra. La sua virtuosità sullo strumento, sia esso 6 o 12 corde o Lap Steel Hawaiana è sempre al servizio della bellezza. E’ presente in tutte le più importanti collezioni discografiche di chitarra acustica, pubblicazioni video e partiture musicali. La “Breedlove Guitars” ha recentemente realizzato un modello di chitarra firmato Ed Gerhard, richiestissima e vincitrice del “Player’s Choice Award” della rivista “Acoustic Guitar”…i suoi lavori in studio e le performance dal vivo lo hanno affermato come uno dei più eccitanti tra i chitarristi-compositoiri.