QUATTORDICESIMO ANNO!!!
21 Concerti ad ingresso gratuito in 18 luoghi diversi della Toscana,
– La masterclass di sax con Javier Girotto – http://www.musicastrada.it/2013/masterclass-di-sax-jazz-con-javier-girotto/
– La presentazione del Libro “Ribelli nello spazio” di Bruno Casini – http://www.musicastrada.it/2013/bruno-casini-presenta-ribelli-nello-spazio-culture-underground-anni-settanta-lo-space-electronic-a-firenze/
– Il workshop di fotografia con Shoot for Change – http://www.musicastrada.it/2013/raccontare-storie-workshop-fotografico-itinerante-con-antonio-amendola-shoot-for-change/
– Il decimo anno di Fotografando la Musica – http://www.musicastrada.it/fotografando-la-musica/edizione-2013/
Il Musicastrada Festival torna più ricco che mai, siamo al quattordicesimo anno!!! Dal 14 Luglio al 21 Agosto un viaggio nel viaggio nel cuore della Toscana, alla scoperta di luoghi dal fascino unico, con concerti di musicisti provenienti da Francia, Inghilterra, Austria, Brasile, Argentina, America, Portogallo, Mozambico, Svezia e naturalmente Italia…
E tutto ad ingresso gratuito!
N.b. tutti i concerti (se non diversamente indicato) sono ad ingresso gratuito ed iniziano alle 21 e 45
PROGETTO VETRINA TOSCANA IN MUSICA
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il Musicastrada Festival viene realizzato grazie al contributo e al patrocinio di:
Regione Toscana, Provincia di Pisa
Buti, Calcinaia, Capannoli, Casale Marittimo, Cascina, Castelfranco di Sotto, Castellina Marittima, Castelnuovo Val di Cecina, Chianni, Guardistallo, Lorenzana, Montecatini Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Montopoli in val d’Arno, Pomarance, Pontedera, Riparbella, San Miniato, Santa Luce, Santa Maria a Monte, Terricciola, Vicopisano, Unione dei Comuni della Valdera
Ristorante La Rosmarina, Ristorante Le Volte, Ristorante Il Cavaiolo, Ristorante Il Pinzagrilli, Tanbaccheria Rosamilia, gelateria Via Gotti Pontedera, Ristorante La Pescaccia, Bar Baldini
IL PROGRAMMA DEI CONCERTI
La vocalità Corsa e quella Toscana; origini, affinità e diversità. Convegno aperto con dimostrazioni + concerto
Evento inserito nell’ambito del progetto Transfrontaliero “Sonata di Mare”. I Barbara Furtuna, Riccardo Tesi e Maurizio Geri si confronteranno sulle origini, similitudini ed affinità dei canti Corsi e Toscani. I Canti del Maggio rappresentano appieno la tradizione orale di Liguria e Toscana, trovando nella nostra regione uno dei fulcri principali di sviluppo e mantenimento degli stessi, mentre la polifonia corsa ha grandi affinità e collegamenti storici con essi
Un suono evocativo, un viaggio sonoro che esplora la storia dei popoli e raccoglie suggestioni dei luoghi più lontani, delle sonorità più distanti, delle culture musicali più diverse. Tutto confluisce in un sound che inizia da un disegno ritmico essenziale, che svuota la musica, per poi incontrare nel suo percorso influenze Jazz, Elettroniche, World, contaminazioni che vanno dalla Drum’n Bass alla House Music, dalla Black music alla Dance. I TriAd Vibration attraversano sonorità diverse che affondano nelle radici del mondo, all’insegna della world-fusion più passionale, che nasce dalla ricerca dell’essenza della musica. L’effetto è una musica libera e liberatoria, capace di ipnotizzare e coinvolgere gli spettatori. Una sintesi originale e personale, una finestra spalancata sulle infinite sonorità dell’universo musicale. L’elemento caratterizzante è il suono del didgeridoo, strumento principe, il più antico strumento a fiato aborigeno, per questo motivo i TriAd Vibration definiscono la loro musica con il termine di “tribal jazz”.
L’ascesa di Raphael Wressnig a star nell’olimpo dei suonatori di Hammond (B-3), è un perscorso che è iniziato con la sua stessa vita da “nomade” dello strumento, suonando in mezzo mondo, perennemente in tour. Il suo viaggio lo porta adesso a collaborare con due dei più “emozionanti chitarristi” del momento sul: Igor Prado, brasiliano, specialista dello swing e del jump blues ed Enrico Crivellaro
padovano ma stabilitosi a Los Angeles. Sostenuti dal suono possente di Rapahael e dalla batteria “fatback” di Yuri Prado, il concerto sarà una vera e propria “master class” della chitarra Blues con Igor Prado e Enrico Crivellaro scatenati! Soul-Jazz e Soul Classics, Funky Bombs & Greasy Blues!
DANNY BRONZINI, classe 1995 chitarrista e cantante, e’ considerato da critica e pubblico ilnuovo talento del “Soul e Blues made in Italy”. E’ grazie al padre che fin da piccolo, ascoltando i suoi dischi, si innamora della musica e inizia a mettere le mani sulla chitarra. A 13 anni inizia a seguire le lezioni del maestro Nick Becattini, noto bluesman pistoiese, e da lì intraprende un percorso che lo porta a suonare in vari locali della toscana ed alcuni prestigiosi festival come Pistoia Blues, Torrita Blues, Torre Alfina Blues e il Musicastrada Festival. Nonostante la giovanissima eta’, Danny vanta un curriculum di tutto rispettoaprendo i concerti di B.B. King, Texas Slim, Modena City Ramblers, Ellade Bandini per citarne alcuni. Gli artisti e gli stili musicali da cui prende spunto sono molteplici. Da Hendrix al blues di Stevie Ray Vaughan, Freddy King, Albert Collins per arrivare ad artisti contemporanei come John Mayer, Alex Britti, Stevie Wonder e Sean Costello, artista al quale forse si ispira di più.
Sulla scia dei suoi precedenti lavori pubblicati per Egea (Il Circo e Maremma), anche la musica di questo nuovo quartetto di Raffaello Pareti presenta molteplici aspetti; “danzante, appassionata, folle perfino”. Il lirismo di Javier Girotto, l’imprevedibilità di Giovanni Guidi, gli affreschi sonori di Simone Zanchini impreziosiscono una scrittura ricca di sfumature e colori…E’ come se qualcosa di Coltrane
e Hermeto Pascoal si fondesse con i colori del Mediterraneo. Con una formazione pienamente congeniale alle sue intenzioni, Lello Pareti inscena uno spettacolo che si dipana tra atmosfere popolari e intimistiche, “volando sempre alto nel cielo tersissimo di un jazz che si sposa volentieri con la festa di piazza tipicamente italiana.
luogo
Con il suo stile in bilico tra folk, blues e poesia, ha conquistato pubblico e media britannici. John Renbourn, Judy Collins, Jools Holland e Guy Garvey si definiscono pubblicamente suoi fan ed il recente album Minor White e’ stato acclamato a livello internazionalecarrozzeriarecord_musicastrada ottenendo recensioni straordinarie dalla stampa specializzata. Dopo i suoi bellissimi concerti al Manchester Apollo e alla Royal Albert Hall ed in attesa di un tour iberico con Judy Collins, ha prestato la sua voce all’unico brano cantato di Fenice, ultima fatica dei Ronin.
Frankie Chavez è uno dei talenti più promettenti della nuova scena musicale portoghese, indicato da molti come la rivelazione del nuovo rock europeo. Polistrumentista (suona chitarra acustica ed elettrica, weissenborn, chitarra portoghese e varie percussioni) cantante ed autore dei propri brani, i suoi concerti riuniscono una vasta gamma di suoni dando vita ad un set incendiario dove Frankie riesce a tessere un arazzo ricco e aggressivo, dove nulla è lasciato al caso, composto da suoni acustici ma anche più rock e psichedelici con un vago sapore bluesy. Anche se nelle sue canzoni si possono distinguere diverse influenze, definire la sua musica è limitarne l’essenza
stessa. Oltre che suonare gli strumenti tipici del Blues come la Lap Steel, uno dei tratti distintivi di Frankie è il suo approccio rivoluzionario alla chitarra portoghese. Grazie ad innovative accordature riesce ad unire le tradizionali melodie malinconiche portoghesi con riff tipicamente blues creando così un suono mai sentito prima, il tutto è filtrato con l’attitudine tipica del Rock rendendo il suo stile unico oltre che immediatamente riconoscibile. Il risultato è piacevolmente sorprendente.
Randy “19th street Red” Cohen da New Orleans, professione: blues performer nella tradizione della “vecchia scuola”. Si potrebbe sintetizzare così la presentazione del “Rosso della diciannovesima strada”, carriera trentennale, particolarissimo vocalist, chitarrista dal tocco intrigante, armonicista, compositore, che alterna la sua attività di “one man band street musician” a quella di girovago e frequentatore di tutti i blues festivals del “Deep South”: tra Mississippi, Alabama, Texas e Louisiana, non ce n’è uno dove non abbia portato la sua voce “sporca” e la sua vecchia chitarra. Parco nella sua produzione: tre CD all’attivo, perché preferisce la “strada” e il “quotidiano” agli studios. Randy “19th street Red” Cohen, con la sua musica e come stile di vita, porta avanti il suo “down-home gutbucket blues” nello spirito del…”come una volta”.
Il progetto “Arnesi” nasce nel 2013 da un’idea di due musicisti, Federico Bientinesi (chitarre e voce) e Luca Martini (armonica e percussioni) che suonano insieme da oltre 10 anni, per riscoprire l’essenza del rock e riportarla alle sue ruvide radici. Il nome Arnesi ha due significati: indica infatti sia la provenienza dei due musicisti, nati e cresciuti lungo le sponde del fiume Arno, sia la tipologia di strumenti utilizzati dal gruppo, che sperimenta l’utilizzo di “arnesi” musicali quali una cigar box guitar auto costruita con pezzi di fortuna, un ukulele giocattolo elettrificato con un microfono da telefono, una chitarra Danelectro decisamente low badget, un tom recuperato da una vecchia batteria in avanzato stato di decomposizione, e qualsiasi altro oggetto si trovi a portata di mano e possa rivelare inaspettate qualità sonore. Ne esce un rock blues rurale, nudo, condito con una profonda voce graffiante e testi originali e spesso ironici, che raccontano senza peli sulla lingua vicissitudini e difficoltà della vita di tutti i giorni.
Per questo nuovo progetto, Nicola Toscano, Max Guerrero e Alessandro Danelli insieme a nuovi musicisti della scena contemporanea, si rinnovano e si ricreano in un nuovo movimento: Radio Libertaire. Nuove sonorità, differenti visioni per un canto generale della molteplicità comune dell’ idea libertaria: canti di lavoro, d’amore e fatica, della tradizione apuana, sarda, corsa, trasfigurati in un “mare nostro” di moltitudini vocali. Con una voce solista, la straordinaria cantante corsa Jacky Micaelli, voce femminile, simbolo del canto dell’isola. Ad accompagnare la sua potente voce, il gruppo di polifonia corsa, tutto al femminile “U Ponticellu”. Tradizione e innovazione, nei contrasti delle differenzazioni con le consuete voci maschili, verso le più raffinate evoluzioni della polifonia vocale, patrimonio incontrastato dell’espressività profonda dell’isola. Una contaminazione visionaria, con un denominatore comune: il rifiuto dell’ordine costituito urlato in un’unica voce. Voce comune libertaria.
IVan Mazuze, sassofonista del Mozambico, che suona all’americana ma naturalizzato a Oslo. La sua musica ha influenze classiche condite da un pizzico di funk, una mescola di folk-music tradizionale del Mozambico, jazz africano e scandinavo. Il suo concerto è esplosivo, tecnico, ritmico, pulsante, con note di eleganza e caldo groove sudafricano. Il sassofonista e flautista del Mozambico sa contagiare il pubblico che non può resistere alla fusion di marrabenta, jazz e ritmi latini, dimostrando di aver meritato il Music awards appena conquistato nel continente nero. Una band in grado di animare i suoni ricercati del nordeuropa grazie a un groove profondamente afro.
Mozart, ma anche Rossini, Schubert, Donizetti e tanti altri grandi affidano alle corde e alla voce il canto d’amore, come le serenate, un genere che Nando Citarella ha affrontato con grande autorevolezza nella sua interpretazione “popolare” del Don Giovanni mozartiano.
Un’interpretazione che diventa canto e seduzione insieme, e che, con la mandola e il liuto cantabile di Mauro Palmas, sempre più fusa alla voce, diventa l’anima stessa del cantante (e del cantare). Dita e corde s’inseguono per ritrovarsi sui legni preziosi degli strumenti che offrono momenti liricità e di drammaticità ancora sconosciuti, vicine alla espressività della voce. Un’intimità folgorante quella di voce/mandola che ritroviamo anche nelle varie canzoni napoletane che Palmas e Citarella eseguono, stabilendo un intenso dialogo. Sullo sfondo la grande storia filtrata attraverso il racconto, non ufficiale, di grandi eventi ma anche della quotidianità di piccole esistenze. I flash – back accendono singole storie individuali, storie comuni e private che fanno rivivere il clima degli anni che rappresentano. Vicende accompagnate dalla musica che, strettamente legata alla narrazione, di quel mondo cattura i suoni, le voci, i sentimenti, grazie al quale è possibile far parlare realtà diverse, transitare tra tradizione e innovazione, incontrare tempi musicali che daranno vita a diversi orizzonti sonori
Renzo Rubino ha sempre avuto un forte amore per la musica inizialmente coltivato sul pianoforte scordato di casa. I suoi modelli spaziavano da Domenico Modugno a Ray Charles, fino a Michael Jackson. Si è appassionato al modo di scrivere di Lucio Dalla, Sergio Endrigo e Piero Ciampi. Più tardi ha scoperto anche Enzo Jannacci, un “amore a seconda vista” da lui considerato un genio assoluto. Per far ascoltare le sue canzoni in pubblico ha escogitato stratagemmi degni dei Blues Brothers. Il singolo sanremese “Il postino (amami uomo)” lancia il dinamico album d’esordio “Poppins”, caratterizzato da testi fra ironia e poesia punteggiati da continui cambi di ritmo che spaziano da suggestioni classiche a vibrazioni elettriche e blues. Renzo Rubino porta la canzone “Il postino (amami uomo)” in gara al Festival di Sanremo con lo stesso spirito con cui affronta ogni sua esibizione: tutti i concerti come fosse il primo… tutti i concerti come fosse l’ultimo… tutti i concerti come fosse l’unico.
Una piccola orchestra formata da musicisti jazz e di world music toscani prodotti dal Musicastrada Festival, in una nuova produzione di musica originale e non dove il linguaggio jazzistico si incontra e si amalgama con la tradizione del folk e l’innovazione della world music. Una vera e propria esplorazione in differenti ambiti musicali e culturali prevalentemente della tradizione mediterranea viaggiando da un paese all’altro senza sosta in una continua metamorfosi musicale, attenendosi rigorosamente ai diversi stili che attraversano, seppur con grande libertà espressiva e di sviluppo, mantenendo intatto lo spirito specifico di ogni cultura. Il delicato uso della voce volteggia fra gli stili spaziando e giocando con i timbri più disparati in continuo dialogo con gli strumenti. Il concerto si snoda, scorre attraversando spazi di struggente armonia e territori di scontro fra ritmi incalzanti e scatenati. Le composizioni e gli arrangiamenti si muovono fra i ricordi delle tradizioni ed evocano paesaggi mirabolanti in un linguaggio chiaro e sensibile.
Trio Radiomarelli è un orchestrina di terza generazione nata dall’esigenza di continuare una tradizione di musicale di famiglia, per restituire il piacere dell’ascolto e del divertimento tipici della tradizione musicale italiana attraverso un repertorio che segue una sinuosa linea da Danzi ad Arbore toccando molti autori anche improbabili come Battisti o Baccini. Tre musicisti col sorriso e tanto swing. Questo è Trio Radiomarelli. Il gruppo nasce a Bologna nel 2004 dall’incontro di tre musicisti nipoti di alcuni orchestrali dell’Orchestrina jazz “Tumbuctu” che furoreggiava in Italia durante gli anni ’30. Fin da subito si delinea nella nostra attività il carattere della ricerca di un suono e di uno stile personale attraverso la reinterpretazione e l’arrangiamento del repertorio dei nonni.
luogo
loc. Montecastelli Pisano, Castelnuovo val di Cecina – Pisa
Nema Problema Orkestar: musiche tradizionali e originali dei Balcani con svariate influenze stilistiche, per un repertorio ricercato ma dal sapore popolare, da ascolto e al contempo irrefrenabilmente ballabile.
Milano, 2004, sette musicisti, provenienti dalle più svariate esperienze, decidono di dare vita ad un progetto di musica di strada che ruoti attorno alle tradizoni musicali dell’est Europa e del bacino del Mediterraneo, orchestrando un repertorio originale dal sapore popolare e dai confini molto ampi: si mischiano musiche balcaniche e klezmer alle influenze eurocolte e allo swing, sempre ballabili, non meno raffinate all’ascolto attento. La ricercata qualità musicale, spinta dall’esuberanza dei fiati e delle percussioni, è tessuta nella trama di un divertente spettacolo musicale, capace di improvvisare e rubare i segreti dell’arte di strada. La formazione conta sette elementi (a volte 6 a volte 10, chi c’è suona e comunque vada… Nema Problema!) due trombe, due sassofoni contralto e tenore, un Susafono, un bombardino, una chitarra e la batteria.
Si incontrano musicisti come Leroy Emmanuel per caso. Negli studi di registrazione a registrare parti per personaggi come John Lee Hooker, Marvin Gaye, George Clinton oppure on stage con Gladys Knight e i Funkadelic, eppure i loro nomi non riescono a diventare noti ai più. Poi, improvvisamente, in un piccolo club, qualcuno resta affascinato dal feeling che un misconosciuto musicista nato ad Atlanta un bel po’ d’anni fa riesce a trasmettere. E le cose cambiano. Si va in tour con una propria band e i cartelloni portano la dicitura : Leroy Emmanuel Band. E’ il caso che fa proporre la musica che s’è sempre fatta, un blues pieno di funk, su palchi grossi il doppio o il triplo rispetto a quelli che s’è sempre calcati. E a vederlo non si capisce come il successo abbia tardato così tanto a bussare alla sua porta. Direttamente dalla migliore tradizione della black-music, nato nel Sud e approdato a Detroit, nella Motor Town, Leroy Emmanuel dimostra quanti gioielli ci siano da scoprire tra le pieghe della musica americana.Leroy Emmanuel è uno dei più acclamati chitarristi del funk-soul americano. Nato e cresciuto nella migliore tradizione della black-music, approda a Detroit presso la mitica Motown affiancando in sala di registrazione artisti come Marvin Gaye, Ike e Tina Turner, John Lee Hooker, Dionne Warwich, James Brown, George Clinton, Temptations e molti altri. Oggi leader esperto e carismatico, spazia tra blues, soul e funk trascinando il pubblico in uno spettacolo intenso e coinvolgente.
Racconti e colpi di scena, storie sottese, narrate attraverso improvvisazioni ritmiche e melodie nostalgiche. L’anima, il profilo, l’intramontabile ritratto di un popolo, fra il determinismo esistenziale ed il più poetico slancio di libertà, prende corpo con le performance dei musicisti del progetto che vede in scena il virtuoso chitarrista e cantante Daniel Chazarreta (che ha collaborato con Vinicio Capossela) accompagnato da Daniela Romano alla fisarmonica, Serena Moroni al violino e Gabriele Pozzolini alle percussioni. Fra buio e luce, un viaggio emozionale ed immedesimativo attraverso tanghi, valse e milonghe, sapientemente miscelati ai ritmi di chacareras, zambas e candombe. I brani presentati sono scelti tra quelli dei piu’ grandi compositori sudamericani per far “risuonare” l’essenza della cultura popolare facendo vibrare quella nota non codificata tra l’allegria e la nostalgia che caratterizza il folklore. ”Ojos Negros”, è il primo disco, uscito a novembre 2012, presentato su una rinomata radio toscana (CONTRORADIO – Firenze) come un omaggio al tango e alla cultura popolare sudamericana.
Musica brasiliana essenziale, viscerale, che unisce tradizione e contemporaneità, elementi etnici e Jazz, distillata in riletture di Egberto Gismonti, Pixinguinha, Guinga, Paulo Bellinati e brani originali di Luiz Lima, chitarrista e compositore originario del nordest del Brasile radicato in Italia dal 1990. Approccio rigoroso ma decisamente non accademico, gli arrangiamenti ricercati e l’improvvisazione occupano spazi centrali nella proposta del gruppo. Il primo album “Cem Saudades” è uscito nel 2008 per l’etichetta Radar- Egea, con ospiti Gabriele Mirabassi e Riccardo Tesi. E’ uscito sempre per Radar-Egea nella primavera 2012 il secondo album “Pindorama” con ospiti Gabriele Mirabassi, Riccardo Tesi, Riccardo Tarlini e Lara Vecoli.
I Derriere sono una band di Brighton, nuovo centro di gravità pulsante della scena musicale inglese, che ci faranno ballare fino allo sfinimento con il loro concentrato di Rythm’n’Blues, old school Rock’n’Roll e Rockabilly! Alla base del progetto Blood Sugar Hill e T Bone LeRhone, bassista e chitarrista di Baby Charles, e l’esplosiva cantante front woman Sarah Tonin. Il loro primo singolo “Battle Plan” è uscito nel 2011 su vinile/digital download, accompagnato da un video a dir poco spumeggiante, gli è valso una serie di date nel Regno Unito a cui sono seguite altre in Europa.
Nati sulle sponde del “padule” (come amano dire in maremmanaccio) dall’incontro tra un poeta chitarrista e un ispirato maestro di mandolino, i neonati Matti delle Giuncaie accolsero tra lorouna seconda chitarra rock, piena zeppa di suoni e suonetti, con la quale si aggiudicarono il Premio “Sipario Aperto” e poco dopo una incredibile batteria a motore. Lapo Marliani, Francesco Ceri, Andrea Gozzi e Mirko Rosi sono i suoni, i cori e le voci matte della band regina dell’Hard-Folk Maremmano. Tutti e quattro, alcuni insieme per progetti musicali o semplicemente provenienza maremmana, già da qualche tempo decisero che era arrivata l’ora di unire il rock, la musica gitana, quella folk, quella cantautoriale e la patchanka con una moltitudine di iappappà, meghe meghe, raba, gumba e giga gigumba al fine di ribadire il motto “divertirsi suonando”. A chi li addita dicendo che non scrivono i testi dei loro pezzi perché non sanno tenere la penna in mano, i matti rispondono che la sfida è soprattutto musicale. Non a caso il gruppo viene alla luce con un primo “atto matto”: tre pezzi per la colonna sonora del DVD “Salviamoci” (Carta/Cantieri Sociali) dagli strani titoli: Canapone, Il Ballo delle Canapa e Sweet Canapa (tutti e tre presenti nel primo disco “Iappappà”). Da quel momento in poi, I Matti delle Giuncaie hanno suonato in ogni tipo di struttura o luogo.
MamboKids è il gruppo latinoamericano numero uno in Toscana per eccellenza e storia. La formazione compie 20 anni in questi giorni e l’esperienza si fa sentire: nel quartetto di scena a Santa Luce il 21 agosto 2013 alle 21:30 troviamo il leader e fondatore della band, Cesar Martignon (Colombia), personaggio dalle mille sfaccettature, pianista, percussionista, ballerino e speaker radiofonico; alla chitarra da Rosario, Argentina, Daniel Chazarreta, ottimo alla chitarra ma anche alla voce. Daniel ha un’ottima formazione come strumentista, che abbina alla tradizione di cui è fortemente impregnato. Ai timbales troviamo Tiziano Carfora, veterano multipercussionista con anni di esperienza su Milano e Firenze, affiancato da un giovane ma davvero energetico Carlos Mezones Fonseca da Caracas al bongo. La sezione ritmica si completa con Filippo Sgrani, veterano ed esperto conguero del capoluogo toscano. Il tutto è arricchito dalla sezione fiati “Los Metales del Terror” composta da Nicola Cellai alla tromba, Leandro Giordani al sax alto e Damiano Niccolini al sax tenore. La band è puro ritmo senza freni.